Il Napoli Teatro Festival riparte dalla bellezza, inaugurando la settima edizione nella magnifica sede del museo ferroviario di Pietrarsa, con la compagnia israeliana dei Vertigo che presenta il suo ultimo lavoro in anteprima mondiale. L’arena semicircolare che si affaccia sul golfo di Napoli diventa scenografia naturale di un palco senza fondali e senza quinte, sollecitando subito gli spettatori sulla corda del godimento estetico. Nella serata dolcissima di giugno lo spettacolo si apre sotto gli ultimi lembi blu turchese del cielo, mentre il pubblico attende in un silenzio rarefatto la nuova coreografia di Noa Wertheim, e nella penombra lunare gli otto danzatori raggiungono il loro punto esatto sulla scena.
Nella tradizione cabalistica ebraica «reshimo» è la traccia che la luce lascia nelle cose attraversandole; ed è la luce l’unico elemento scenografico che disegna lo spazio entro cui si muove la danza, configurando luoghi emozionali che vanno dalla pienezza cromatica della luce calda ad un controluce bianco misterioso e allusivo, fino al ghiaccio incorporeo dei fari alogenati; uno spettro di scenari luminosi funzionali ai diversi segmenti narrativi, che fluiscono dagli interludi corali, d'impronta quasi tribale, alle scene più sensuali e raccolte, con qualche inaspettata incursione nella parodia mimica, che in un paio d’occasioni muove la risata del pubblico. Reshimo è un lavoro sofisticato, variegato, che procede con una scrittura frammentaria e dai registri variabili, guidato dalle felici invenzioni musicali di Ran Bagno. La compattezza formale dell’opera si fonda su una scrittura rigorosa, a tratti contrappuntistica, della partitura scenica: ogni gesto tematico, “enunciato” da un singolo danzatore, viene rapidamente raddoppiato, imitato, o variato da un secondo interprete, mentre in successione altri danzatori raccolgono il movimento innestandolo a tratti sulla propria linea, come se fosse un segnale esteriore che si propaga liquidamente nell’alfabeto corporale della comunità. La compattezza stilistica è affidata invece alla straordinaria fisicità degli interpreti, intonati sulla stessa misura del gesto deciso e lieve, e sulla mirabile duttilità dei movimenti.
Amatissima dal pubblico campano – al punto che la prova generale è diventata uno spettacolo-anteprima, per esaudire l’imprevista richiesta di biglietti – la Vertigo Dance Company è tornata a Napoli per la terza edizione consecutiva del Napoli Teatro Festival, riscuotendo ancora una volta la meritata dose di applausi. E anche se non raggiunge la potenza simbolica di Birth of the phoenix e Null, né la potenza espressiva di Vertigo 20, visti nelle precedenti edizioni del Festival, Reshimo è un lavoro di notevolissima ricchezza creativa, affidato a un’esecuzione magistrale. Da segnalare la protesta inscenata all’ingresso del museo di Pietrarsa da un gruppo di attivisti politici, critici verso le politiche israeliane di controllo sulla striscia di Gaza e sostenitori della Palestina libera. Anche nel segno di questa opposizione dialettica si è aperta l’edizione 2014 del Napoli Teatro Festival.